Il tema del giorno di un incontro Toastmasters: Gioco

Scritto da 
Nicola Di Grazia

Blog

 - Pubblicato il: 18-04-23

Il tema dell'incontro del 18 aprile è Games. il Gioco.

È un tema calzante, perchè il mondo Toastmasters è anche un gioco. Un gioco.... di vertigine, sopratutto.

Infatti il sociologo Roger Caillois propose una classificazione dei giochi in 4 categorie:

  • Giochi di competizione: tutte le competizioni, sia sportive che mentali (con le gare Toastmasters ne sappiamo qualcosa).
  • Giochi di azzardo: tutti i giochi dove il fattore primario è la fortuna.
  • Giochi di simulacro: i cosiddetti "giochi di ruolo" dove si diventa “altro".
  • Giochi di vertigine: tutti quei giochi in cui si gioca a provocare noi stessi.

In Toastmasters ci sfidiamo, ci "provochiamo", ci mettiamo alla prova, in ogni incontro. Per il piacere di migliorarsi, non per obbligo.

Aristotele accostò il gioco alla gioia e alla virtù, distinguendolo dalle attività praticate per necessità: Toastmasters è decisamente un gioco, fatto per gioia e virtù.

La serata del 18 aprile avrà 3 relatori.

E la loro presentazione si focalizzerà sul gioco. Il Toastmaster della serata - io che scrivo - li introdurrà informando i presenti sui giochi preferiti dagli spessi speaker. Li riporto anche sotto.

meeting

I giochi preferiti degli speaker del 18 aprile '23

ELIA ZUCCARO: fanta calcio "storico"

Al liceo mi divertivo spesso, durante le interrogazioni degli altri, a fare le formazioni di calcio a tema, con il mio compagno di banco, schierando formazioni di scrittori, filosofi, professori, critici letterari, pittori, motivando tutti i piazzamenti dei giocatori nei rispettivi ruoli e ipotizzando le dinamiche interne alla squadra.

Ad esempio Garibaldi non poteva che essere un arrembamte esterno a tutta fascia, eroe di entrambe le metà campo, mentre Mazzini e Cavour erano una solida coppia di mediani che teneva unita una squadra di giocatori brillanti e disuniti come i regni prima dell'unificazione d'Italia.
Ci divertivamo con poco.


ROBERTO SANTORO: Go

Uno dei miei giochi preferiti si chiama "Go".
È un gioco da tavolo, bianchi contro neri, i giocatori si alternano come negli scacchi, ma il Go ha poco altro in comune con gli scacchi. Nasce in Cina oltre 2500 anni fa, si diffonde in Giappone e in Corea del Sud nel corso dei secoli e nella seconda metà del Novecento arriva in tutto il mondo. Dell'impostazione orientale conserva molti tratti e tradizioni: non bisogna "uccidere" un re avversario come negli scacchi, basta ottenere un punto in più dell'avversario per vincere; i due giocatori si ringraziano a vicenda prima dell'inizio della partita (perché l'altro ci sta concedendo il piacere di giocare con noi) e si ringraziano a vicenda al termine della partita.

Le regole sono semplici, non esistono pezzi che si muovono sul tavolo da gioco ma solo pietre che si posano sulle intersezioni di un griglia 19x19; ciononostante, le possibilità che si aprono ad un giocatore lo rendono uno dei giochi più complessi e raffinati.
Esiste un romanzo, intitolato "Shibumi - Il ritorno delle gru", il cui andamento segue le fasi di una partita di Go. In questo romanzo, c'è un dialogo tra due personaggi, l'anziano maestro di go e il suo giovane allievo:
«Stiamo sempre parlando di Go, maestro?»
«Sì. E della sua ombra: la vita.»

KATIA BURDET: Nascondino
Perche' mi piace nascondermi.. correre.. la sfida del arrivare prima dell’altro.. fare la sorpresa.. la creativita' nel cercare il nascondiglio.

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