Sabato 15 e domenica 16 aprile '23 si sono tenute le gare di public speaking a Rimini (la Division Conference), tra i membri di tutti i club italiani (+Malta) Toastmasters.
E due nostri soci sono arrivati a questa fase! Erano a Rimini, per gareggiare, Roberto e Katia.
Complimenti! Perchè Roberto è arrivato 1° nella categoria dei Table Topic italiani; Katia Burdet è salita sul podio due volte, 2ª per Table Topic e per i discorsi in italiano.
A Katia, dopo la premiazione, abbiamo rivolto una semplice domanda:
Per me, vuol dire entrare in uno stato di preparazione atletica vera e propria.
Vi racconto due parole di me: sono una ex pattinatrice di pattinaggio artistico su rotelle e ho gareggiato a livello nazionale, ho praticato molti sport da adolescente, individuali come il pattinaggio, nuoto, la danza classica e di squadra come la pallavolo il basket. Sono una persona competitiva! Tuttavia, la competizione per me spesso è fonte di sofferenza, perché subentra la “paura di perdere”, “la paura del giudizio”, “la paura dell’insuccesso”.
Queste 3 paure, però passano, e anche velocemente; iniziano nel momento in cui pianifico la partecipazione a una gara e finisce qualche giorno dopo la gara. Ma cosa sono in grado di generare queste “paure”? Generano ansia; stress; rigidità, limitano il piacere, ma soprattutto potrebbero essere le stesse cause del verificarsi dell’insuccesso.
E allora? Perché gareggio? Come ho superato, se ho superato le mie paure?
Gareggio perché mi piace la sensazione della mia piena espressione, sportiva o emotiva. Mi sento viva, sento il mio corpo, l’impegno e lo sforzo sono sfide con me stessa di fronte a un pubblico che per me è fonte di motivazione, come se mi sentissi in dovere di restituire un valore aggiunto alla loro vita per aver dedicato il loro tempo e attenzione verso di me o la mia squadra. Essere al centro dell’attenzione di un pubblico non solo mi piace a livello sensoriale, ma mi fa sentire importante e grata.
Le paure le riduco a una piccola voce dentro di me perché invece di focalizzarsi sul risultato, che ahimè non è pienamente sotto il mio controllo, perché non sono io a darmi il punteggio, le capacità degli avversari non dipendono da me, il pubblico non lo controllo, mi focalizzo sulla performance. Provo e riprovo.
Anche per le gare di public speaking, mi concentro sulla preparazione e soprattutto sul piacere del preparare un discorso, a iniziare dalla possibilità di trasmettere un messaggio, al vivermi le emozioni che scaturiscono dal realizzare la mia piccola opera d’arte: il discorso.
Con il provare il discorso, mi piace sentirmi e lasciare che le mie espressioni corporee siano protagoniste. A volte corro il rischio di essere teatrale, tuttavia quando realizzo che la mia espressione è autentica e piena manifestazione del mio io, supero anche il giudizio interno della teatralità e mio godo a pieno il visualizzarmi sul palco come un momento di pieno entusiasmo e vitalità, passione ed energia. Mi sento bene.
E poi la gara... cosa aggiunge?
Adrenalina! Condivisione! Realizzazione!
Sono contenta quando riesco a fare un numero di pattinaggio senza errori, quando in una squadra i miei passaggi sono precisi, nel discorso quando mi ricordo tutte le parole e i movimenti studiati. Quando non ci riesco, le sensazioni non sono veramente positive, però al tempo stesso le emozioni negative sono spunti per lavorare su me stessa e sono consapevole di doverci lavorare ancora tanto.
In Toastmasters le gare non sono come quelle del pattinaggio, perché in Toastmasters mi sento di fare al tempo stesso uno sport individuale e di squadra. Il mio avversario è anche il mio compagno e per questo è sempre un successo e le persone che fanno parte del pubblico mi conoscono e hanno condiviso una parte del mio viaggio e so che vanno oltre il risultato esattamente come io vado oltre i risultati degli altri.
E mi godo le parole e le emozioni di tutti i partecipanti e tifo per la squadra di Toastmaters nella sua totalità.
Grazie Katia della tua esaustiva e motivante risposta. È un onore averti tra i soci del nostro club di Pisa.